
WOLFENSTEIN 3D: COME NASCE IL PRIMO FPS MODERNO
Per me l’anno del 3D nei videogiochi resta e resterà il 1992. Vi opporrete sicuramente portandomi sul piatto numerosi esempi illustri ripescati addirittura dagli anni ‘80 o ‘70. Io invece resterò fermo nella mia posizione rispondendo che sì, certamente il 3D esiste da molto più tempo, ma il 1992 rimane l’anno in cui le grafiche tridimensionali sono entrate di prepotenza nei nostri computer casalinghi con una veste grafica ormai abbastanza solida e comprensibile per essere apprezzata da un pubblico più vasto.

Il 1992 è l’anno di Ultima Underworld, Robocop 3d, Virtua Racing ma soprattutto di Wolfenstein 3D. In questo articolo vorrei soffermarmi proprio su quest’ultimo titolo. Lo sparatutto di id Software ebbe il merito di inventare un intero genere: quello degli fps in prima persona. Tutto ebbe inizio col lavoro di un gruppetto di sviluppatori che rispondevano al nome di John Romero, John Carmack, Tom Hall e Adrian Carmack.

All’inizio degli anni ‘90 i ragazzi in questione lavoravano per l’azienda Softdisk e si occupavano principalmente di giochi family-friendly con la serie platform 2D Commander Keen. I baldi giovani tentarono pure di proporre a Nintendo la loro personale conversione di Super Mario per PC. Il lavoro impressionò i dirigenti del colosso giapponese, ma arrivò un rifiuto basato sulla volontà di non far uscire le proprie mascotte dalle console della grande N. Non che oggi la politica dei genitori dell’idraulico rosso-blu sia poi cambiata.
Terminati gli obblighi contrattuali con Softdisk alcune cose erano ormai chiare per i ragazzi di id Software: la distribuzione shareware funzionava bene, era ora di abbandonare Commander Keen e inoltre la potenza dei pc permetteva finalmente di abbracciare una nuova dimensione. La politica shareware consisteva nel rendere fruibile una parte del gioco gratuitamente e di mettere invece a disposizione i contenuti successivi a pagamento. Della serie: “ne vuoi ancora? Paga!”

Il 3D dell’epoca invece consisteva o in grandi blocchi poligonali colorati come nel caso di Virtua Racing, o in un mix di sprite bidimensionali opportunamente orientati in base alla posizione nello spazio del giocatore. Quest’ultima fu la strada scelta da Romero, Carmack e compagni per il loro nuovo gioco: Wolfenstein 3D.
Un altro punto di vista
La telecamera era piazzata proprio all’altezza degli occhi del protagonista e l’ambiente era generato in tempo reale solo in corrispondenza dello sguardo del giocatore grazie ad una tecnica denominata Ray Casting. L’ambientazione era ovviamente semplificata e consisteva in una griglia geometrica dove ogni elemento corrispondeva ad un blocco. La visualizzazione delle texture era limitata solo alle pareti mentre soffitto e pavimento erano rappresentati da semplici superfici monocolore.

Dal punto di vista audiovisivo e della giocabilità Ultima Underworld risultava nettamente più complesso ma Wolfenstein 3D aveva nella sua giocabilità arcade, veloce e frenetica quel qualcosa in più che lo fece imporre immediatamente come un classico. E pensare che tanta novità non sarebbe mai esistita senza un gioco sviluppato nei primi anni ‘80 da Silas Warner: Castle Wolfenstein. Un soldato doveva fuggire da una prigione tedesca 2d con tanto di sequenze stealth e audio registrato. Fu un grande successo e i ragazzi di id Software lo ricordarono come un classico della loro infanzia. Volevano da una parte riprendere quel capolavoro, dall’altra trasformarlo in qualcosa di completamente nuovo e moderno.

Wolfenstein 3D usava il marchio originale, acquistato all’epoca per soli 5000 dollari, eliminava le sequenze stealth per un gameplay più serrato e aggiungeva una nuova dimensione alla formula. Il successo fu notevole ed aprì la strada ad espansioni, seguiti, mod e ovviamente ad un intero genere, quello degli sparatutto in prima persona, che procede a ritmo serrato ancora oggi.
Doom, Duke Nukem, Quake, Unreal Tournament, Half Life, Far Cry, Crysis, Medal of Honor, Call of Duty, Battlefield e altro ancora. Ne vogliamo parlare? Tutto nacque fondamentalmente da lì, quando un gruppo di giovani sviluppatori ambiziosi rese disponibile per l’acquisto la mattina del 5 maggio 1992 Wolfenstein 3D. Il resto è storia!
E dove recuperare questa bella storia? Ovviamente anche sulla nostra console Nemesis Lite 2. Ripescate i vostri backup, magari proprio le vostre vecchie copie di Wolfenstein 3D, ed emulatele con la nostra potentissima macchina. Mi raccomando: acquistate la Nemesis Lite 2 usando il coupon gio2022 per ottenere un bello sconto (va inserito manualmente nella sezione Carrello). Buon Natale!