La storia delle lightgun: dai classici arcade alla rinascita moderna
Da quando esistono i videogiochi, i giocatori hanno sempre sparato a qualcosa – ma se ci piace così tanto, dove sono finiti i giochi lightgun?
Negli anni ’80 furono un must per le console casalinghe, grazie ai porting provenienti dalle sale giochi.
Nei primi anni ’90 rimasi folgorato da Duck Hunt. A casa di un amico, il NES era esotico come il WWF commentato da Dan Peterson. Era Duck Hunt, non Mario o Zelda. Con lo Zapper in mano era puro divertimento arcade, già prima che qualcuno parlasse di dopamina.
Con il porting di Operation Wolf, dalle anatre si passò ai commandos di terroristi così amati dai film d'azione di quegli anni.
Nel frattempo il Master System lanciò la sua Light Phaser. Quando Sega vs Nintendo divenne una scelta di vita stile Messi vs Ronaldo, lo SNES aveva il Super Scope e il Mega Drive il Menacer. Entrambi adottarono la forma “bazooka”, sull’onda dei film d’azione anni ’80.
Le lightgun divennero periferiche ufficiali. Alcuni giochi uscivano in bundle con pistole dedicate: le varie versioni di Lethal Enforcers includevano la Justifier, ispirata alla Colt Python – oggi boxata a oltre 200 euro su eBay.
La fine degli anni ’90 fu l’apice. Con PlayStation e Saturn arrivarono i migliori porting arcade: da Point Blank a Virtua Cop, da Time Crisis a House of the Dead.
Per la prima volta si viveva casa un'esperienza davvero arcade, spesso con pistole ufficiali come la Namco GunCon e la Sega Virtua Gun. Le lightgun continuarono su Dreamcast, Wii, Xbox e PS3, poi il vuoto.
Oggi, se vuoi giocare a Time Crisis 5 – ultimo capitolo del 2015 – puoi farlo solo in sala giochi, se ne esiste ancora una nella tua zona.
Le sale giochi ospitano titoli come House of the Dead: Scarlet Dawn (2018), Alien Armageddon, Terminator Salvation e altri ancora, tutti testati con successo sulla Nemesis Promax.
La ribalta si è spenta un decennio fa, quando si è creduto che non ci fosse più domanda. Ma la domanda c’è, eccome…
Gli sparatutto in prima persona dominano, e molte sale VR offrono giochi con pistole.
La tecnologia però aveva un limite: le pistole IR come lo Zapper funzionavano solo sui TV CRT, non sugli LCD/OLED moderni.
Il settore ha avuto una rinascita con la Sinden Lightgun, campagna da oltre 2 milioni su Indiegogo/Kickstarter e recensioni entusiaste.
Ma il plug & play è ancora lontano. La Sinden funziona con emulatori PC o tramite Raspberry Pi per PS2. Anche Polymega ha sviluppato una versione dedicata, ma richiede comunque le copie originali dei giochi.
È affascinante, ma anche un po’ una complicazione inutile per il giocatore moderno.
Ci sono tanti sparatutto arcade che meritano un ritorno. Persino alcuni momenti di Call of Duty Vanguard sembrano pensati per una lightgun moderna.
Duck Hunt era incredibile su TV più profonde che larghe. Immagina oggi sparare agli zombie con PS5 o Series X su un 75 pollici.
Sarebbe un colpo commerciale riportare questi classici con pistole moderne, in un settore oggi poco creativo e in fase regressiva. Le pistole lightgun offrono divertimento immediato, diretto, arcade puro.
Noi di retrogamestation.it, nel nostro piccolo, stiamo contribuendo con il nostro kit lightgun, puntando su precisione, calibrazione plug & play, compatibilità multi piattaforma e supporto per ogni tipologia di schermo, dal tubocatodico all’OLED, passando per i proiettori. I risultati sono ottimi e continueremo a migliorare per questa passione comune. Se vuoi provare, ecco un fantastico coupon: k2j5kzgt.